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Dolceattesa: La gravidanza e il tempo dell’attesa – L’avventura della crescita – dr.ssa Pamela Pace

dolceattesa La gravidanza e il tempo dell’attesa

Dolceattesa: LA GRAVIDANZA NON È SOLO UN EVENTO FISICO

La Dott.ssa Pace ci parla della Dolceattesa, un’esperienza fondamentale nella vita: La gravidanza. Insieme ad essa affronterà le fasi del travaglio e del parto

La gravidanza, o dolceattesa è un evento importantissimo nella vita di una coppia: le modalità con cui un uomo e una donna progettano di avere un figlio e si preparano ad affrontare una gravidanza andranno a costituire quel particolare “arredo” che precederà e accoglierà il nuovo nato. La fonte principale di questa avventura è innanzitutto il desiderio di un futuro papà e di una futura mamma di accogliere il piccolo che nascerà.

La gravidanza, anche se si ripete, è sempre un esperienza vissuta per la prima volta. Oltre ad essere un’esperienza unica e per questo irripetibile, apre sul “per sempre” e parla di un’irreversibilità: non si può tornare indietro perché a questo evento prendono parte corpo e vissuti psichici, intrecciandosi e influenzandosi.

 

Inizialmente i sentimenti che la donna prova durante la gravidanza possono avere qualità contrastanti, legate a un vissuto bipolare: da un lato c’è l’Io della mamma, all’altro la vita che sta crescendo dentro di lei. Le emozioni contrastanti sono inevitabili, perché tutto cambia e ciò impegna ad armonizzare gli equilibri precedenti. Felicità e infelicità, serenità e preoccupazioni, sono tutte emozioni che arredano il mondo interno della coppia; di conseguenza è lecito che possano anche accompagnare la gestazione e il parto. La gravidanza convoca la donna e l’uomo a condividere un’avventura che ha sicuramente il suo fulcro nei corpi: quello della futura madre e del futuro bambino, tuttavia le rappresentazioni e le elaborazioni psichiche che accompagnano una gravidanza assumono una valenza importante, sempre soggettiva.

 

TRAVAGLIO E PARTO

La nascita di un bambino è anticipata da un momento temporale caratterizzato da un lavoro psichico e da una sofferenza fisica che impegnano la donna e rimandano al significato etimologico del termine travaglio. Questo periodo è fortemente condizionato dalle emozioni e dalle fantasie inconsce della donna, a tal punto che esse possono addirittura facilitare o anche inibire il travaglio e il successivo periodo espulsivo.

Ogni donna ha i suoi tempi e anche la sua personale disponibilità ad assecondare quanto sta fisiologicamente accadendo. Frustrazioni e stanchezza possono accompagnare la dolceattesa, in questi casi avere fiducia nelle proprie forze e risorse è un elemento sicuramente prezioso.

La scena del travaglio e del parto coinvolge molti protagonisti: la donna, l’ostetrica e il bambino, in una coralità, affinché i singoli collaborino tra loro, padre compreso. Nella sfera psichica, il travaglio rimanda al conflitto tra il trattenere e l’espellere il bambino, rappresenta il preludio a una doppia separazione, fisica e psichica. Elaborando e accettando il distacco del figlio dentro di sé, una donna stacca altresì una parte di sé stessa. Per alcune persone, la fine del viaggio a due, è un sollievo, per altre, è una fine più nostalgica.

 

 È NATO

Il parto è un’esperienza profondamente emotiva e psicologica per la donna ma anche per il compagno. Il senso di vuoto rispetto al fatto che quel corpicino non è più parte di sé, può accompagnarsi a una costellazione emotiva nella quale si intrecciano emozioni contrastanti: la gioia con la malinconia, la felicità con la paura, l’amore con la rabbia. L’incontro con il bebè al termine del parto aiuta a dimenticare ben presto dolori e fatiche.

Anche per il cucciolo d’uomo esiste un meccanismo precoce che consente il riconoscimento di una presenza “privilegiata”, perché offre protezione, cure e affetto. Tale presenza amorevole sviluppa una prima importante forma di attaccamento che influenzerà la qualità della relazione e delle successive forme di attaccamento.

La psicoanalisi dà alla qualità dello sguardo materno un valore unico nel suo incidere nel mondo interno di un bambino. Cosa vede un neonato riflesso nello sguardo di una madre? Vede sé stesso così come è accolto, o non accolto. Lo sguardo di una madre veicola al piccolo il primo importante messaggio relativo al suo posto nel mondo.

 

Pamela Pace,

psicoanalista, psicoterapeuta, presidente

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus

La gravidanza e il tempo dell'attesa | Qualche domanda alla dr.ssa Pace

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